Thursday 5 June 2008

petrolio e cibo: trama e ordito.

Questa mattina mi sveglio, BBC news.
Sono a Brussels a vedo che in televisione che là fuori si manifesta.

A Roma si discute, di più, si pianifica, si assicura.

L'intervallo delle notizie BBC sono pubblicità di Exxon che si dipinge il viso: "la nostra sfida è fornire energia sostenibile con l'ambiente, etc., etc. et voilà alla fine si propone la fornitura di gas naturale, che è la nuova risorsa da sfruttare per finire i rubinetti, solo che Exxon può sfruttarla più veloce, perché grazie "alla nostra tecnologia" possono trasportare fino all'80% di gas naturale in più.

Gas can be shipped anywhere, faster, il costo carburante permane.

A Roma un vertice FAO di cui solo un paio di affissioni possono costare migliaia di euro si parla di fame nel mondo. Lavoro per un organizzazione internazionale, dove alcuni colleghi lo scempio e lo spreco di denaro di FAO, e lo sistematico spreco di risorse dovuto, pare, ad obblighi contrattuali che impongono forniture fuori dai prezzi di mercato. Ma chi li firma?

Chi parla di fame nel mondo a Roma ha ovviamente bufé da urlo. Cibi ultracostosi.
Qui a brussels, per un convegno piccolo piccolo, attorno ai 10 partecipanti: 10 panini, 5 tartine, 2 torte salate, 1 torta dolce, un po di macedonie, 8 succhi di frutta, posate, tovaglioli, 210 euro.


Credo che a roma si rutti mentre si mangiano pasticci, stringendosi le mani per nuove relazioni.
Perfortuna, non tutti sono cosi, ma che impatto possono avere.
Che impatto puo avere una persona in una rete che funziona automantenendosi?
(Ti ricordi quando ne parlavamo?)




Il caro petrolio sfianca in malesia, 2,70 euro al litro.

L'OSCE denuncia che l'Italia cresce troppo poco: 0,5% contro l'1,1%.



Incrociamo le cose.
I Paesi cercano energia, chi ha risorse sono principalmente i paesi in via di sviluppo e transizione.
Nei Paesi in via di sviluppo e transizione la gente ha fame, fuorché chi tratta di sviluppo e fa contratti a benessere del paese.
Infine ci sono le multinazionali petrolifere, che nuotano in un mare di quattrini a compartimento stagno: non si capisce bene dove paghino le tasse, sfruttando differenti regimi fiscali nei paesi. BP (British Petroleum) è accusata dalla Russia di avere evaso il 40% di tasse.
Aumenta la crisi dei prezzi, aumentano le speculazioni delle multinazionali (fonte BBC).
Shell appezza metà Mozambico (mi sembra Mozambico, non ricordo.. fonte, studenti master all'università di Wageningen, tesi in bioenergia) per produrre biocarburante. La popolazione protesta perché ad un certo punto si accorgono che la terra dove abitano non è più loro. Protesta e la Shell risponde: abbiamo fatto un contratto col governo, incazzatevi col governo.

Cosi, da una parte si fanno vertici internazionali per risolvere la fame nel mondo.
Da una parte UE, USA cercano di rallentare le critiche contro i biocarburanti, perhcé non si sa più dove pescare energia. Dicono (Frattini) che occorre valutare.
Valutare. Uno stronzo di studente se fa un bilancio energetico tra gli input immessi (acqua, terra, fertilizzanti) per culture a larga scala e quello che si ottine, si accorge che è negativo. Si perde energia, potrebbe diventare produttivamente utile in zone rurali remote, su scala piccola, (villaggio, cittadina, edifici pubblici con impianto energetico centralizzato (CHP?), ma non è un business, non si fanno i soldi cosi. E soprattutto ci servono investimenti non da poco, per quattro famiglie. Diventerà finanziarimente fattibile forse fra un po, visto che il petrolio costa troppo.
Brasile c'ha un sacco di terra, e le lobbie sono potentissime. Vasta scala.
La Cina ha ormai assicurato riserve petrolifere ovunque. La cooperazione cinese si è dimostrata molto attiva, portando forti investimenti in Africa e parlando chiaro: vogliamo petrolio.

Ahmadinejad ha ragione.
Ahmadinejad hit out at the UN's decision-making bodies, which he said were controlled by countries ''who only think about their own interests'' in order to ''carry out their wicked policies,'' adding that the major powers ''impose their decisions on the Security Council''.
Ha ragione. Ovviamente anche lui tira acqua al suo mulino, ma su questo ha ragione.
He attacked the UN at the FAO's Rome summit on Tuesday and called for the creation of a new ''independent organism with wide powers'' to whom ''all the countries of the world must be answerable'' as a means of confronting the world food crisis. Questa è una proposta per lo meno.

Le istituzioni internazionali servono solo a riflettere ed armonizzare il potere dei più forti, e a smussare tensioni.
A proteggere mercati vecchi da sfruttare fino all'ultima goccia e a crearne di nuovi. Come la trovata, occorre investire in nuove tecnologie in agricoltura per permettere a questi paesi poveri di mangiare.

Chi offre tecnologia?
Chi la paga?

I fondi di emergenza non sono pagati dagli azionisti che guadagnano milioni, da politici che assicurano potere contrattuale per migliaia, sono pagati dai centesimi di milioni di persone che crepano di fame.
I poveri.

E fra i paesi industrializzati, dalle migliaia di lavoratori che consapevoli delle reti di potere e da come vanno le cose, per non perdere il posto sono costretti a lavorare per il sistema. Come in diplomazia, se trovi merda devi saperlo dire, e non a tutti, che se no perdi il posto e la famiglia o te stesso, come la mantieni? Sei disposto a cambiare vita, perdere benefici?

I pescatori scioperano perché il costo del diesel non permette loro di lavorare. I caminiosti scioperano ed il cibo rincara ancora.
A barcellona l'acqua viene importata dalla Francia, perhcé non basta.
Ci si chiede se fra qualche anno in Gran Bretagna cominceranno a chiudere le coltivazioni di grano, perché chiedono troppa acqua.
In Russia si cominciano a privatizzare le risorse idriche.
I lavoratori comuni saranno i nuovi poveri.

Io mi commuovo guardando BBC news oggi 5 giugno 2008.
Regna l'ipocrisia, ma anche mi affascina vedere come davvero serva uno studio, un modello fisico, non opinionista delle reti di potere.
Contemporanemante sembra che nella storia ci siano tracce di memoria frattale, perlomeno nei morti a causa di conflitti. Mi chiedo se ci siano anche nelle crisi. Potrebbe aiutare a pronosticare. A capire. Che è l'unica cosa bella.

Una cosa sola è sostenibile.
Ridurre i consumi energetici.
Ridurre i consumi di beni, che sono prodotti con energia.
ridurre i consumi di massa.

Ridurre le speculazioni permettendo un'economia capitalista equa, che permetta il profitto proporzionato al valore aggiunto. ma come fare?
Evitare che da un pezzo di plastica di valore 0,5 si guadagni 500, mentre nella catena del valore chi ha prodotto il 0,5 c'ha guadagnato 1.

Credo anche che l'agricoltura sia un settore troppo sensibile, forse dovrebbe essere protetto, in ogni paese. Al diavolo gli standard per le esportazioni. Perde di senso la produzione locale, le migliaia di gusti preziosi che si hanno nei vari posti del pianeta.


Sono andato fuori dal binario.
Comunque mi fa schifo pensare che per pure relazioni diplomatiche e deferenze patinate si parli di crisi alimentare mangiando pasticci fuori prezzo di mercato.
Cercando di assicurare che l'ultimo vagone tronfio di petrolio arrivi a destinazione.
Smetti di consumare, smetti di comprare sfizi inutili a 1 euro.
Non comprare i suv.

Fatti un disegno.
Investi nelle persone, rimani solo o bene accompagnato, investi nella scienza.
Oppure divertiti e manda a puttane tutto. Che si vive una volta sola.

Abbi però l'onestà di dire che te ne fotti. E che i cosiddetti problemi nel mondo sono solo segnali di nuovi possibili mercati.

Occhi umidi di commozione per BBC News: le collego nella mia testa.
E' come indagare nell'animo umano con un film di truffaut, o un libro di Mo'Yan, un'epopea infinita di Marquez, con la violenza che scorre nella roma post war di Pasolini, con una ricerca mistica nella quotidianità suggerita da Eliade.
(Imbroglione che sono, solo perché ho consigliato questi libri ieri, riciclo i pensieri).

Forse sapere come funziano le reti economiche, le reti sociali, potrebbe aiutare a capire come sfruttare queste cose, capire in che direzione si va. Cosa succede nei punti di frontiera, e fin dove arrivano gli effetti delle scelte.

Torniamo a sentire che si dice in questo Workshop, a brussels, con un po di membri di ambasciate ACP.

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